giovedì 6 dicembre 2012

La Mort heureuse



Henri Cartier-Bresson, Albert Camus, Paris 1944 (collezione privata Lorenzo Gramaccioni)  

“Le chiedo scusa, Zagreus, ma è da molto che non parlo più di certe cose. Perciò non so più, o non so bene. Quando guardo la mia vita e il suo colore segreto, mi sento dentro come un tremito di lacrime. Come questo cielo. E’ pioggia e sole allo stesso tempo, mezzogiorno e mezzanotte. Ah, Zagreus! Penso alle labbra che ho baciato, al bambino povero che sono stato, alla follia di vita e di ambizione che mi trascina in certi momenti. Io sono tutte questa cose contemporaneamente. Sono sicuro che in certi momenti non mi riconoscerebbe. Eccessivo nell’infelicità, smisurato nella felicità, non so come dire”.

“Agisce contemporaneamente a vari livelli?”

“Sì, ma da dilettante” disse Mersault con veemenza. “Ogni volta che penso a questo cammino di dolore e di gioia in me, so bene, e con quale passione, che la parte che recito io è la più seria, la più inebriante di tutte”.


Albert Camus

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