venerdì 26 aprile 2013

Stiamo arrivando


ACHILLE (rimettendosi l’elmo)   Combattete voi come gli eunuchi, se volete; io mi sento un uomo, e se di questo esercito nessuno ardisce, affronterò io queste donne! A me non importa che indugiate qui, nel fresco degli abeti, pieni di voglia impotente, lontani dal letto della battaglia che le circonda: per lo Stige, sono d’accordo che torniate a Troia. Che cosa vuole da me, questa divina, lo so; messaggeri a sufficienza , alati, di traverso l’aria mi ha mandato, a sussurrarmi con mormorio di morte il suo desiderio. In vita mia, mai mi ritrassi di fronte ad una bella; da quando la barba mi è spuntata, amici cari, lo sapete, volentieri ho assecondato le voglie di ciascuna: se a costei, fino ad oggi, mi sono rifiutato, per Giove, per il dio del tuono, ciò è avvenuto perché non ho ancora trovato il posticino fra i cespugli, dove indisturbato, esattamente come il suo cuore vuole, prenderla ardente tra le braccia su guanciali di bronzo. In breve: andate, vi seguirò al campo greco; l’ora d’amore non può più tardare: ma anche se dovessi per intere lune e per anni fremere per lei: il carro, lì, lo giuro, non guiderò verso gli amici, e non rivedrò Pergamo prima di averla fatta mia sposa e di poterla trascinare per le strade a testa china, la fronte inghirlandata da ferite mortali. Seguitemi!         

Heinrich von Kleist - Pentesilea

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